
Tomografia Elettrica Multielettrodo (ERT)
Se nel sottosuolo è presente una struttura archeologica il sistema la rivelerà quale variazione del rapporto tra la tensione misurata e corrente immessa nel terreno
La tomografia elettrica multielettrodo (ERT – electrical resistivity tomography) è una tecnica di recente utilizzazione nella ricerca archeologica. Essa offre dati geofisici assai interessanti ed utili nella individuazione delle strutture sepolte. La tomografia elettrica multielettrodo (ERT – electrical resistivity tomography) misura i differenti valori di resistività dei materiali presenti nel sottosuolo attraverso un set di elettrodi distribuiti lungo un profilo a distanza variabile, a seconda della risoluzione e della profondità di investigazione ricercata. Gli elettrodi possono essere posizionati sia in ambienti naturali che in ambienti antropici, come ad esempio all’interno di edifici. Un sistema di cavi e swithcing box collega gli elettrodi ad una unità di acquisizione dati che funge da energizzatore. Gli elettrodi alternativamente immettono corrente lungo il profilo e misurano la resistività apparente secondo le modalità del quadripolo scelto (Wenner, Schlumberger, Dipolo-Dipolo o Polo-Polo). La ricostruzione tomografica della sezione del profilo del terreno investigato viene effettuata in fase di post-processing tramite un apposito software di elaborazione che utilizza il Metodo degli Elementi Finiti (FEM). Il software specifico per l’analisi dei dati della tomografia elettrica multielettrodo (ERT – electrical resistivity tomography) restituisce una sezione bi-dimensionale che rappresenta in falsi colori la distribuzione dei valori di resistività reale a differenti profondità ed ubicazioni lungo il profilo stesso. Differenti valori di resistività reale possono corrispondere a strutture archeologiche sepolte nel sottosuolo come strutture murarie, fossati, riempimenti di ambienti, cavità ipogee e cunicoli, battuti stradali, etc. Combinando insieme più profili di resistività del terreno paralleli tra loro si può ottenere un´immagine ad alta risoluzione in formato 3D. L´estrema versatilità, precisione ed accuratezza di misura rende questa metodologia di indagine assai idonea all’individuazione di strutture archeologiche anche a profondità elevate (fino a 20 metri). Questa tecnica è particolarmente indicata come verifica delle anomalie geofisiche individuate con magnetometria e georadar (ground penetrating radar).

Esempio di sezione tomografica ERT
Lo strumento usato da ArcheoRes - Archaeological Research Group è un MAE A3000 a 64 elettrodi .